Alla riscoperta dell'Alta Valtellina
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La Caduta Sequenze mozzafiato lungo la discesa verso Livigno, poco dopo le sorgenti dell'Adda. Sulla seconda curva dopo il ponte delle Capre, si incontra un passaggio impegnativo anche se non proprio trascendentale, che offre circa 30 cm. di appoggio. Il buon Alj, come sempre, attraversa senza scomporsi, ma Dinamite è irrequieto e finisce per scivolare con il posteriore destro, e poi con tutto il corpo, verso valle. La scena è impressionante; i cavalieri lo guardano arrancare senza potere fare nulla a causa dell'impossibilità di lasciare gli altri cavalli. Dinamite si ferma a metà costa, si aggrappa disperatamente alla poca vegetazione, ma una redine gli si pianta sotto lo zoccolo anteriore e lo costringe a girarsi verso valle: sembra proprio la fine. Durante la caduta, il cavallo sembra capire che deve ormai difendersi dalla nuda roccia senza disperdersi nel tentativo di aggrapparsi a qualcosa che lo possa trattenere; punta una gola rocciosa che porta verso il fiumiciattolo sottostante. La fine del volo, per fortuna, è una pozza d'acqua profonda 2 metri. Dinamite vi si adagia di peso e viene spinto fuori dalla sua stessa mole. E' vivo, sta in piedi e pare anche che non abbia nulla di rotto. Sembra un miracolo. Molti metri più in alto, il gruppo affronta il passaggio e s'avvia alla ricerca di uno spiazzo dove legare i cavalli, mentre Gherardo, che portava Dinamite, si precipita verso valle. Arrivano anche gli altri. Al di là delle buone condizioni di Dinamite, la situazione è grave: non ci sono vie d'uscita. Tre del gruppo ritornano ai cavalli per scendere a valle e cercare aiuto. Brutte notizie: il soccorso alpino non è in grado di intervenire. Chiamare l'elicottero costa 2 milioni e mezzo di vecchie lire (circa 1300€ attuali), senza nessuna garanzia. E' ormai notte; anche Gherardo, sfinito dal freddo, è sceso a valle dopo aver sistemato Dinamite in qualche modo. Stallati i cavalli, gli altri avevano fatto conoscenza con un simpatico personaggio di Livigno, Giuseppe, co-gestore dell'albergo "Cervo". E' lui a trovare la soluzione. Alle 6 del mattino si riparte per il ponte delle Capre. Dinamite è tranquillo e sta abbastanza bene. Giuseppe gli toglie il ferro posteriore destro e ne mette uno buono; gli altri scavano nella montagna a forza di braccia e pale. Pian piano, viene costruito un vero e proprio sentiero pronto per essere collaudato. Si tenta il recupero. Gherardo è però spaventato, non vuole tenere Dinamite. Giuseppe prende la corda e parte. Il cavallo sale agevolmente il dirupo e si ferma sul punto più alto. Si è a metà dell'opera. Gli altri tirano il più possibile le corde di protezione, in modo da creare un parapetto nel punto più rischioso. E' l'ultimo pezzo. Dinamite e Giuseppe non sbaglianoun passo e arrivano sul letto del torrente. Dinamite è fuori, Gherardo (che fino a quel momento non aveva fatto altro che osservare timoroso) piange, tutti tirano un sospiro di sollievo ma nessuno sa parlare. Via, di nuovo verso valle con un pensiero nel cuore: Grazie Giuseppe !!! |